Mese: Gennaio 2023

Il frutto, un viaggio tra psiche e sessualità

Aggiungiamo un altro tassello alla rassegna “I Diversi Volti del Teatro”. Il 12 febbraio 2023 alle 19:00 al Teatro La Ribalta di Salerno ci sarà la compagnia Imprevisti e Probabilità per presentare “Il Frutto” di Soledad Agresti per la regia di Raffaele Furno.

Per info e prenotazioni: 089 99 58 245 – 329 21 67 636

Sinossi

Ida e Ada sono due donne sole. Una è la donna chiara, l’altra è la donna scura. Ida e Ada potrebbero essere due aspetti della stessa donna. Ida e Ada sono state entrambe abbandonate da uomini approfittatori, che da loro volevano solo sesso.
Tra Ida e Ada c’è un segno di confine, che delimita i loro spazi vitali. Un confine marcato sul palcoscenico da una striscia scura, netta, che taglia il palco a metà. Ma questo confine non è un muro, piuttosto una membrana permeabile che mette Ida e Ada in comunicazione, pur tenendole separate. Le due donne superano questo limite nei loro momenti onirici, quando, chiuse nella loro solitudine, immaginano, ricordano, sognano, pregano o imprecano.
Tra Ida e Ada c’è un albero di mele. A chi appartiene? Chi lo ha piantato? Chi ha diritto a godere del frutto che ne nasce? Questo frutto della terra scatena la violenza drammaturgica dello spettacolo. Le mele sono semplici, non c’è bisogno di spiegarle, succose e salutari, ma sono anche simbolo di peccato originario e di desiderio femminile represso. A causa delle mele Ida e Ada dovranno necessariamente affrontare i propri demoni: il loro rapporto morboso e fallimentare con gli uomini della loro vita, amanti di una notte, un marito che è scappato, un figlio che probabilmente è stato punito per espiare tutte le colpe del genere maschile.

Note di regia

“Il Frutto” è idealmente la conclusione di una trilogia drammaturgica che continua la ricerca sul femminile inaugurato dall’autrice Soledad Agresti con i precedenti testi “La Gamba di Sarah Bernhardt” e “Il Bambino che verrà”. Mentre il primo analizzava il mondo delle donne del sud Italia con toni comici dirompenti, ed il secondo mescolava commedia e surrealismo nell’analisi di una maternità “sui generis”, “Il Frutto” sprofonda nell’oscurità del dramma per mettere in conversazione la sessualità femminile con se stessa. Lo spettacolo è un intreccio tra la scrittura scenica dell’autrice e le metafore visive ideate dal regista. La gestualità delle due attrici è netta, secca, precisa. L’intera idea di messa in scena si incentra sul binomio “accogliere” e “rifiutare”, perché le donne sono generalmente percepite come accoglienti, nutrici, ma le due protagoniste hanno subito, e forse agito più volte, azioni di rifiuto terribili ed estremi. “Accogliere” e “rifiutare” si trasformano per l’appunto nel modo in cui le due attrici manipolano i pochi elementi scenici attorno a loro (due sedie, un telo) ma soprattutto nel modo in cui si toccano, si cercano, si accarezzano, si affrontano aggrappandosi l’una all’altra come se ognuna rappresentasse la speranza ma anche la nemesi reciproca.
Su tutto campeggia un albero che si trasforma e si illumina per sottolineare lo stato emotivo delle due donne. C’è una connessione emotiva ed energetica tra le attrici dello spettacolo e l’albero, che diventa quasi terzo protagonista della messa in scena.
Il teatro della Agresti, e la regia di Furno, sono fortemente carnali, passionali e appassionati. Le linee di ricerca intrecciano il vissuto personale dell’autrice con i temi del genere sessuale, che hanno una valenza universale e sociale. Le donne del suo teatro sono consapevoli dei limiti posti dal mondo fortemente maschilista che le circonda, e attraverso questa consapevolezza sviluppano un fervore critico che è assieme pensiero ed azione. Ada e Ida incarnano un femminile terribile, evocativo delle eroine tragiche dell’antica Grecia, ma strenuamente moderno ed immerso nel mondo che tutti noi abitiamo.

Il paese dei colori, un viaggio per abbattere le barriere sociali

Domenica, 22 Gennaio, ritorna la rassegna “Piccole Emozioni”, questa volta vi portiamo ne “Il Paese dei colori“. Pronti a viaggiare con noi?

Come sempre, la rassegna dedicata ai più piccoli e alle famiglie vedrà a disposizione tre appuntamenti alle 11:00, alle 17:00 e alle 19:00. In tutte le repliche lo spettacolo sarà preceduto da un pre show a cura della Ludoteca Baby Planet e della libroteca Saremo Alberi.

Una storia per grandi e piccini per abbattere le barriere sociali

Partendo dall’omonima fiaba per bambini, Il paese dei colori è uno spettacolo che fa riflettere grandi e piccini su temi importanti di interesse sociale. Lo spettacolo scritto e diretto dalla regista Valentina Mustaro presenta gli abitanti dei cinque paesi rinchiusi nelle proprie opinioni e pregiudizi nei riguardi degli altri, di coloro che abitano oltre le mura e che non conoscono, ma che credono di poter giudicare basandosi su dicerie e falsi miti.
Ogni paese soffre la propria condizione, vorrebbe andare oltre e scoprire mondi diversi ma nessuno prova davvero ad entrare in contatto con l’altro. I personaggi presentati nei diversi paesi sono tutti molto caratterizzati e divertenti, sono buffi in ogni cosa che fanno e questo lascia trapelare una certa ingenuità e l’ignoranza tipica di chi non conosce ed ha paura del cambiamento.
Lo spettacolo parla in modo scherzoso e con un linguaggio semplice e adatto ai bambini del tema dell’interculturalità, di come solo abbattendo i muri della chiusura e del pregiudizio potremmo scoprire che siamo cittadini del mondo, abitanti di un grande paese pieno di colori.

Tuffiamoci nella storia

C’erano una volta in un paese lontano cinque re che governavano su cinque regni di cinque colori differenti: il regno dell’ombra, il regno purpureo, il regno zafferano, il regno d’oltremare e il regno candido. Ai confini tra i cinque regni sorgevano dei muri talmente alti che non si intravedeva più nemmeno il colore del cielo vicino. Un giorno che aveva piovuto tanto nel regno d’oltremare apparve una crepa nel muro che lo separava dal paese zafferano. Da questa crepa filtrò un raggio di luce gialla, così i mondi cominciarono ad abbattere i muri di separazione e a integrarsi tra popolazioni diverse: il risultato fu straordinario!

Revolution, riattualizzare Shakespeare con i giovani

Per “I Diversi Volti del Teatro” arriva il momento di guardare ai grandi classici del Teatro e della letteratura. Spazio a William Shakespeare con la Toy company che con la regia di Gianni D’Amato prova ad aggiornare la visione dell’autore con uno spettacolo con e per i giovani.

Sullo sfondo c’è la guerra (una guerra come tante, ma che in giorni come questi, sentiamo terribilmente vicina) e le ansie e le paure di un gruppo di adolescenti. Certo, adolescenti speciali, perché parlano con parole conosciute, con le parole del più grande drammaturgo di tutti i tempi, ma dietro la fama di quelle parole si nascondono i pensieri dei nostri protagonisti, intrappolati in un luogo senza tempo. Nasce tutto da un esperimento laboratoriale, nel quale abbiamo messo in piedi strani e rischiosi accostamenti: tra le parole del Bardo e le parole che suonano nelle playlist dei millennials. Da questo cocktail è nato “Revolution”. Una storia che ha tanto da raccontare, soprattutto in giorni come questi.