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Io sono l’amore. Percorsi d’amore negati alle eroine di Annibale Ruccello

Il Teatro La Ribalta è lieto di ospitare la compagnia Artenauta Teatro con lo spettacolo Io sono l’amore, scritto e diretto da Simona Tortora e dedicato alla figura e alla poetica di Annibale Ruccello, autore tra i più intensi e visionari del teatro contemporaneo.

L’INCONTRO TRA TRE PERSONAGGI FEMMINILI: JENNIFER, ANNA E GESUALDA

Il lavoro nasce dall’incontro di tre personaggi femminili ruccelliani, tre voci che vibrano sul confine tra desiderio, fragilità e ossessione. Come racconta Simona Tortora: “Le ho amate tutte e tre, con tutte le loro contraddizioni. Non esprimo giudizio sul loro agire, non sono un giudice, racconto storie. Io sono l’Amore, è la storia di un anatroccolo, non accettato dalla società delle papere alla quale non si conforma.  la storia di chi non si sente riconosciuto né dagli altri né da se stesso. E’ la richiesta disperata di essere amati”.

JENNIFER, DA LE CINQUE ROSE DI JENNIFER

Il punto di partenza è Jennifer, protagonista de Le cinque rose di Jennifer, giovane travestito che attende una telefonata d’amore che sembra non arrivare mai. A pronunciare la frase “Io sono l’Amore” è proprio Jennifer, una dichiarazione che riflette il desiderio di Jennifer di essere amata e riconosciuta per ciò che è.

ANNA CAPPELLI SI INTRECCIA A JENNIFER

A Jennifer si intreccia Anna Cappelli, giovane donna che cerca un posto nel mondo attraverso un amore che non è amore, ma bisogno, possesso, illusione. La figura di Anna, giovanissima poco più che ventenne eppure già così sfiduciata dalla vita, vinta da pensieri scialbi come la sua esistenza, attaccata a stereotipi sociali, dove se non sei sposata o accompagnata da un uomo, sei inutile, la fanno sembrare una donna vecchia e con l’anima rinsecchita, eppure, anche questa assassina grida come ultima frase della sua vita: Aiutami.

L’ULTIMA DONNA: GESUALDA

E infine Gesualda, da Ferdinando, altro capolavoro di Ruccello. Gesualda, cugina della marchesa divenuta povera. È una figura sottomessa, anche della stessa marchesa, e al tempo stesso affamata di uno sguardo che la nomini, che la renda viva, degna, desiderata.

TRE ANIME CHE CHIEDONO LA STESSA COSA: ESSERE AMATE

Attraverso una regia essenziale e una drammaturgia che dà voce al non detto, Io sono l’amore racconta il fallimento delle relazioni. La regista Simona Tortora, conclude così il suo discorso: “Al centro di tutto il mio ragionamento su Ruccello ci sono le relazioni, nelle sue opere sono complesse, disturbanti e spesso segnate da desiderio, alienazione e sopraffazione. Tutte e tre simbolo di un fallimento, delle relazioni soprattutto. Tutte tre urlano il loro desiderio incessante di essere amate e non ottenerlo farà emergere in ognuna di loro la parte spietata o tremendamente fragile”.