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Dalla mafia al 41 bis: Le regole del gioco

“I Diversi Volti del Teatro” si dimostra ancora una volta uno spazio culturale dove grazie all’arte della recitazione è possibile riflettere su tematiche quanto mai attuali. Negli ultimi mesi sentiamo tanto parlare di carcere duro, mafia e 41 bis.
Queste tematiche saranno riportate sul palco del Teatro La Ribalta il 5 Marzo alle 19:00 dalla compagnia “Rosso e nero” con il pluripremiato “Le regole del gioco”, un testo originale scritto da Antonietta Barcellona e Danilo Napoli e prodotto dalla Vitruvio Entertainment. Mentre in scena con i due autori ci sarà Carlo Cutolo.

SINOSSI

Raffaele Contaldo, pericoloso killer di camorra, è rinchiuso in carcere alla sezione speciale del 41 bis e, esasperato dalle condizioni del carcere duro, decide di diventare collaboratore di giustizia. Il Giudice incaricato delle indagini è Claudia Sofia Del Regno, una giovane donna, motivata e figlia di Magistrato. Dunque, due personaggi diversi in ogni cosa: origini, condizione sociale, scelte di vita… una dualità che però finisce per svelare importanti punti di contatto e che trasforma il palcoscenico in un vero e proprio ring nel quale i due si sfidano raccontando la propria vita. Ma mentre Raffaele Contaldo è un libro aperto, che racconta tutti i dettagli delle sue malefatte, Claudia sembra nascondere un terribile segreto che apre la porta a tutta una serie di tematiche da affrontare e sviscerare, ma che soprattutto indurrà il pubblico a chiedersi: quanto è labile il confine tra bene e male?

NOTE DI REGIA

Qual è il confine fra bene e male? La vita ci porta lungo strade impervie: nessuno sa dove conducano alcune, mentre altre hanno una destinazione precisa. È il caso della malavita: una strada la cui destinazione è certa e, più di tutto, è certa l’impossibilità di cambiarla una volta imboccata. In scena un uomo e una donna, la vita e la morte, la legge e la criminalità, l’attrazione e il disprezzo, il bene e il male, divisi da un tavolo che si trasforma in un ring. I momenti di scontro sono i più pericolosi e anche i più dolorosi. Intorno a quel tavolo ci sono, idealmente, molti altri, fra vittime e carnefici, e ognuno invoca la propria giustizia. I confini non sono netti e si confondono sempre di più, in un crescendo di emozioni che dilaniano l’anima: racconti rivissuti, confessioni, confronti ed evoluzioni travolgono lo spettatore togliendogli il fiato, fino alle lacrime. Non manca la possibilità di un sorriso, come in ogni autentica tragedia, né una speranza come in ogni vero dramma.