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Bando 11ª edizione de “I Diversi Volti del Teatro” 2023/2024

Il Teatro La Ribalta di Salerno organizza lundicesima rassegna Teatrale “I diversi volti del Teatro” 2023/24. Sede legale è in via Salvatore Calenda n.98 -­‐ 84126 -­‐ Salerno (SA).

REGOLAMENTO

La direzione artistica del teatro La Ribalta di Salerno, seleziona proposte di spettacolo da inserire nella 11ª EDIZIONE DELLA RASSEGNA TEATRALE “I DIVERSI VOLTI DEL TEATRO” 2023/2024 che avrà luogo nel teatro La Ribalta di Salerno (SA).

Art.1 – Descrizione rassegna

La rassegna “I DIVERSI VOLTI DEL TEATRO” intende proporre spettacoli di diverso genere: comico, drammatico, sperimentale, teatro danza. Le rappresentazioni si terranno da ottobre 2023 a maggio 2024 nelle serate del sabato alle 21.00 e la domenica alle 19.00. Il fine è quello di offrire al pubblico un’offerta ampia che possa diffondere la cultura del teatro in tutte le sue forme.

Art.2 – Selezione

La Direzione artistica del Teatro La Ribalta prenderà visione di tutte le proposte ricevute, selezionerà a suo insindacabile giudizio gli spettacoli che riterrà più in linea con la rassegna e comunicherà il calendario alle compagnie selezionate entro il 25 luglio 2023. Le compagnie selezionate dovranno confermare la loro disponibilità inviando una mail a laribalta@hotmail.it entro cinque giorni dalla ricevuta comunicazione. In caso di mancata conferma, si riterrà annullata la domanda. Alla rassegna possono partecipare tutte le compagnie e i gruppi teatrali costituiti in associazioni culturali, gruppi o singoli attori residenti nel territorio nazionale. Verranno prese in considerazione, esclusivamente opere che dovranno avere una durata effettiva, non inferiore ai 60 minuti. Saranno ammesse alla rassegna, dopo le fasi di selezione effettuate da apposita commissione, 7 compagnie tra quelle che avranno inoltrato domanda.

Art. 3 – Richiesta d’Iscrizione

Le compagnie dovranno inviare la domanda di partecipazione alla mail laribalta@hotmail.it entro e non oltre il 20 luglio 2023. Alla domanda di partecipazione dovranno essere allegati:

  • Sinossi dello spettacolo che si intende presentare;
  • Scheda tecnica dello spettacolo;
  • Foto di scena;
  • Link per la visione di un promo dello spettacolo e un link per la visione dello spettacolo integrale (Youtube, Wetransfer);
  • Dichiarazione di esonero responsabilità da parte del teatro ospitante;
  • Copia dell’avvenuto Bonifico di €25,00 a favore di Ass. La Ribalta con causale: I DIVERSI VOLTI DEL TEATRO 2022 – NOME COMPAGNIA (IBAN: IT 04D 02008 15213 000102124364);
  • Copia dell’Attestato di iscrizione UILT, FITA, TAI o di altra associazione nazionale di teatro amatoriale riconosciuta, aggiornato al 2023 – Qualora la compagnia non sia affiliata dovrà, in caso di selezione, garantire la copertura assicurativa del cast artistico e tecnico;
  • Contatti del referente e generalità del referente;
  • Dichiarazione SIAE (esonero o n. iscrizione)

Art.4 – Rimborsi e compensi

Alle compagnie selezionate spetterà un rimborso di 150€ garantiti. Inoltre, superati i 50 spettatori paganti, il 50% dell’intero incasso sarà destinato alla compagnia selezionata ad eccezione delle spese di siae. Il teatro ha una capienza di 80 posti. Il costo del biglietto è di 10€.

Art .7 – A disposizione della compagnia

Impianto audio, luci e di videoproiezione, come da scheda tecnica che sarà opportunamente comunicata; quadratura nera; eventuali oggetti di scena presenti in deposito di cui la compagnia può usufruire gratuitamente. Per ulteriori necessità le compagnie dovranno provvedere autonomamente.

Art.8 – Disposizioni sulla privacy

Con la partecipazione alla rassegna, la Compagnia accetta integralmente il presente regolamento e autorizza il trattamento dei dati personali (legge 675/96) relativi ad autori, attori, artisti e tecnici protagonisti delle opere e presenti nel materiale complementare, autorizza l’archiviazione delle opere presentate presso la sede del Teatro La Ribalta, il quale si riserva di catalogarle e renderle disponibili per tutte le proiezioni, manifestazioni, trasmissioni ed eventi promossi dalla stessa associazione per scopi promozionali e culturali, comunque non commerciali.

Noi… Cyrano. Nuova produzione per La Ribalta

Con l’inizio del mese di maggio ritorna in scena anche la compagnia teatrale “La Ribalta” di Salerno per la rassegna “I Diversi Volti del Teatro”. La regista Valentina Mustaro propone una nuova produzione “Noi… Cyrano”, tratto dal Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand.
L’appuntamento è fissato per sabato, 6 maggio, alle 21:00 e domenica, 7 maggio, alle 19:00. Si richiede ai gentili spettatori di arrivare in via Salvatore Calenda, 98 con trenta minuti di anticipo, anche per gustare l’aperitivo di benvenuto.
In scena con la regista Valentina Mustaro ci saranno Carlo Adinolfi, Antonio Carmando, Antonella Guerriero ed Elena Pagano.

SINOSSI

Cyrano de Bergerac è uno scontroso spadaccino dal lunghissimo naso, scrittore e poeta in bolletta dall’irresistibile vitalità. Leggendaria la sua abilità con la spada, almeno quanto la sua passione per la poesia e per i giochi di parole, con i quali ama mettere in ridicolo i suoi nemici, sempre più numerosi grazie al suo carattere poco incline al compromesso e al suo disprezzo verso potenti e prepotenti.
Il protagonista, però, incapperà in un’insapettata sfida: l’amore per la cugina Rossana, innamorata a sua volta di un giovane cadetto, tale Cristiano de Neuvillette. Da qui si intrecciano diverse avventura con una guerra appena scoppiata che fa da sfondo all’intera vicenda.

LA COMMEDIA DELL’ARTE

Ancora una volta la compagnia teatrale La Ribalta ha scelto di approfondire le tecniche e lo stile della Commedia dell’Arte, non solo con le maschere della tradizione che si alterneranno su palcoscenico ma anche attuando quell’intreccio tra reale e fantastico, tra attore e personaggio, tra teatro e metateatro.

I BALLI DI SFESSANIA

Alcune delle pose che andranno a movimentare la scena sono riprese da una serie di stampe dette “I balli di Sfessania” di quel genio dell’incisione che è Jacques Callot. Col suo personalissimo segno grafico, vibrante e preciso, descrive una serie di maschere della commedia dell’arte intente a ballare il ballo di Sfessania, secondo alcuni la forma più antica di tarantella partenopea. All’artista si deve probabilmente anche la confusione tra Commedia dell’arte e Carnevale, poichè nella sua rappresentazione unì i due mondo.

LA DUALITÀ DI CYRANO: OCCIDENTE E ORIENTE

Secondo la regista Valentina Mustaro, nella personalità di Cyrano si nasconde una dualità d’essere che racchiude da una parte la visione occidentale dall’altra quella orientale. Da una parte il protagonista per ideali, carisma e temperamento rimanda al mondo asiatico. Dove non ci si arrende neanche dinanzi la morte. Sull’altro fronte, però, il personaggio principale è anche dedito al romanticismo, con la scrittura di lettere e poesie. Atteggiamento molto più orientato sul nostro patrimonio occidentale.
Questa dualità si riversa nella particolarità dei costumi: le gambe sono coperte da una hakama (un indumento tradizionale giapponese che somiglia ad una larga gonna-pantalone o una gonna a pieghe) e la camicia bianca con gli sbuffi alla francese. Anche i combattimenti non seguono l’idea della scherma come si prevede nell’originale Cyrano ma sono combattimenti con la Catana (spada giapponese leggermente ricurva). La parte tecnica riferita ai combattimenti è stata guidata dal Maestro d’armi Alessio Autuori.

Orizzonte, il viaggio della speranza

Dopo le feste di Pasqua è tempo di ritornare a teatro. Spazio alla rassegna “I Diversi Volti del Teatro”, guidata dalla direzione artistica di Valentina Mustaro, che per questa domenica 16 aprile propone “Orizzonte” con l’Associazione “Io non ti conosco”. La regia e la drammaturgia sono affidate a Paolo Blasio. Il regista sarà anche in scena con Consiglia Coppola e Antonio Baselice.

L’opera parla della grande emigrazione dello scorso secolo, dalla nostra penisola all’America si provava a cercare un futuro migliore. Un tema attuale che ad oggi viene trattato dai media come “fuga di cervelli” e, quando non riguarda gli italiani, come “allarme immigrazione”.

16 aprile alle 19:00 – Per info e prenotazioni: 329 21 67 636

Note di regia

Orizzonte, spettacolo teatrale dalla durata di circa un’ora, narra le vicende di tre fratelli napoletani che partono per il sogno americano. Sogno, appunto, che cela più di qualche insidia, come la povertà economica e ideologica che ha colpito ahimè tante persone costrette ad affrontare il famigerato “esodo”. Tra il 1861 e il 1985 sono partiti quasi 30 milioni di emigranti dalle province italiane. Molti partirono nei decenni successivi all’Unità di Italia, durante la cosiddetta “grande emigrazione” (1876-1915). A partire non erano solo braccianti (la fetta povera della popolazione non aveva denaro sufficiente per pagare il viaggio), tra gli emigranti prevalevano i piccoli proprietari terrieri che con le loro rimesse compravano casa o terreno in patria. Il “viaggio della speranza” non interessava solo gli abitanti del Sud Italia, anzi, ci fu una vasta tratta migratoria di contadini veneti verso il Sud America. Di solito chi partiva dalle regioni del Nord si imbarcava a Genova o a Le Havre in Francia. Chi partiva dal Sud invece si imbarcava a Napoli. Il rapporto tra passeggeri di prima classe e di terza era di cinquemila a diciassettemila e le differenze di trattamento per questi ultimi abissali: un sacco imbottito di paglia e un orinatoio ogni cento persone erano gli unici comfort di un viaggio che poteva durare anche un mese.

Cosa viene analizzato di questo fenomeno

Nello spettacolo vengono quindi analizzate queste pessime condizioni alternate a scene di certo più metafisiche. L’intero spettacolo è costruito su una particolare dicotomia: in alcune scene vediamo i ricordi dei personaggi sulla barca che li porta in America, in altre loro si trovano sulla barca che li trasporta nel limbo, ed è lì che si attivano i loro ricordi, le loro emozioni, i loro aspetti umani scarni da qualsiasi contesto sociale. L’obiettivo è di raccontare una storia così lontana a noi, ma in realtà così vicina, una storia che si ripete ciclicamente in un contesto nazionale diverso e che a volte ci vede vittima ed a volte carnefici.

Il cambio di veduta

Proprio questo cambio di veduta ci permette di capire quali sono i veri problemi che si ripercuotono e quanto instabile è quell’ordine che ci permette di stare al sicuro. Il nostro bisogno di avere una dimora, un punto fermo, con un po’ di tenerezza si trasforma in un diritto, con la consapevolezza che siamo tutti abitanti di una terra che in origine non ha confini, e che da un orizzonte all’altro non fa differenza se non nella bellezza della diversità che lo compone.

Giornata mondiale del Teatro: festeggiamo insieme

GIORNATA MONDIALE DEL TEATRO: FESTEGGIAMO INSIEME CON “LU CUNTO DE LI CUNTI”

Giornata mondiale del Teatro, come festeggiare se non accendendo le luci del palcoscenico e lasciandoci andare alle emozioni. Infatti, domenica 26 marzo alle 19:00 al Teatro La Ribalta di Salerno ci sarà “Lu cunto de li cunti”. Il testo di Giambattista Basile è stato rielaborato da Valentina Mustaro che lo ha anche riadattato allo stile della Commedia dell’Arte. La famosa raccolta di storie e fiabe della tradizione popolare porterà sul palco Antonio Carmando, Michele Cicchetti, Valentina Mustaro, Elena Pagano e la partecipazione straordinaria di Utungo Tabasumu.

NOTE DI REGIA

La versione dello spettacolo scritta dalla regista Valentina Mustaro è ambientata in un cantiere aperto, un vicolo di un quartiere popolare, in un tempo imprecisato. Elementi moderni e passati convivono insieme sulla scena: una scala d’acciaio, un trabattello, secchi di pittura, di plastica, scope, bidoni. Tutto a rappresentare un ambiente in costruzione ma trasmettono anche un senso di abbandono e di solitudine. Giunge in questo luogo, come un deus ex machina, una maschera, un attore, che tenta di richiamare l’attenzione della gente ma resta amaramente deluso nel trovare la strada stranamente silenziosa e vuota. Decide quindi di recitare un monologo, il testo del bando emanato dal Principe di Camporotondo, il quale si dice sia alla ricerca delle donne più chiacchierone per raccontare le storie del popolo alla principessa nei 4-5 giorni che la separano dal parto. Il monologo della maschera è lanciato come un’esca alla quale abbocca pian piano la gente del vicolo, che inizia a passarsi la voce, a scendere in piazza e a riportare in vita i detti, le storie della tradizione, mettendo in piazza i propri panni, le vesti, gli indumenti e utilizzandoli poi in un gioco di metateatro nel quale il popolo è narratore e attore allo stesso tempo. Lo stile della messa in scena è quello tipico della commedia dell’arte: i personaggi indossano maschere, adoperano diversi dialetti, compiono lazzi e trovate acrobatiche, ironizzato sulla storia e spesso la stravolgono ponendosi sempre a metà tra il passato e il moderno. Infine, la regista sceglie di chiudere lo spettacolo così come è iniziato, secondo uno schema circolare, che è un chiaro riferimento alla circolarità dell’opera stessa, ma con la differenza che alla fine della rappresentazione la scena non sarà più abbandonata e silenziosa; bensì sarà di contro una scena viva poiché grazie al raccontare “si spaurano gli affanni, si dà sfratto ai momenti fastidiosi e s’allonga la vita”.  Così la “maschera”, l’attore, può allontanarsi contenta vedendo come adesso la gente sia rinata e in piena energia, pronta a riprendere a raccontare “Lu cunto de li cunti”.

SINOSSI SPETTACOLO “LU CUNTO DE LU CUNTI”

La famosa raccolta di storie e fiabe della tradizione polare che porta la firma di Giambattista Basile, detta anche Pentamerone poiché tramanda 50 racconti. La cornice narrativa costituisce il primo di questi racconti, da cui scaturiscono gli altri quarantanove; alla fine, con l’ultima fiaba, si ritorna alla vicenda principale, che ritrova la sua conclusione.Il racconto della cornice, infatti, narra la vicenda della principessa Lucrezia, detta Zoza, che si trova nella condizione di non riuscire più a ridere. Invano il padre si sforza di strapparle un sorriso, facendo venire a corte una gran quantità di saltimbanchi, buffoni e uomini di spettacolo: Zoza non riesce ad uscire dal suo perenne stato di malinconia. Un giorno, però, mentre si trova affacciata alla finestra della sua stanza, scoppia a ridere allorquando vede una vecchia cadere e poi compiere un gesto osceno di rivalsa e di protesta. La vecchia si vendica della risata della giovane principessa con una maledizione: Zoza potrà sposarsi solo con Tadeo, un principe che a causa di un incantesimo giace in un sepolcro in uno stato di morte apparente, e che riuscirà a svegliarsi solo se una fanciulla riuscirà a riempire in tre giorni un’anfora con le sue lacrime. Zoza inizia l’impresa; l’anfora è quasi colma quando ella, stremata dalla fatica, si addormenta. È allora che una schiava moresca si sostituisce a lei, versando le ultime lacrime in modo da svegliare il principe, e si fa sposare. Zoza, però, riesce a infondere nella schiava il desiderio di ascoltare fiabe, e dà l’incarico a dieci ripugnanti vecchie di narrare una novella ciascuna al giorno, per cinque giorni. Alla fine, Zoza si sostituisce all’ultima novellatrice, raccontando la propria storia come ultima novella. Così il principe viene a conoscenza dell’inganno che gli è stato teso, condanna a morte la schiava moresca e sposa Zoza.Il Focus dello spettacolo è proprio sulla cornice narrativa del romanzo che rappresenta il “racconto dei racconti” poiché contiene in sé il motore di tutte le storie ed evidenzia l’importanza del narrare e della sua funzione catartica. Come sostiene il Principe quando emana il bando: solo attraverso il raccontare si può superare gli affanni dalla vita quotidiana, liberarsi dai pensieri fastidiosi e vivere in eterno, tramandano quei racconti di persona in persona.

Dalla mafia al 41 bis: Le regole del gioco

“I Diversi Volti del Teatro” si dimostra ancora una volta uno spazio culturale dove grazie all’arte della recitazione è possibile riflettere su tematiche quanto mai attuali. Negli ultimi mesi sentiamo tanto parlare di carcere duro, mafia e 41 bis.
Queste tematiche saranno riportate sul palco del Teatro La Ribalta il 5 Marzo alle 19:00 dalla compagnia “Rosso e nero” con il pluripremiato “Le regole del gioco”, un testo originale scritto da Antonietta Barcellona e Danilo Napoli e prodotto dalla Vitruvio Entertainment. Mentre in scena con i due autori ci sarà Carlo Cutolo.

SINOSSI

Raffaele Contaldo, pericoloso killer di camorra, è rinchiuso in carcere alla sezione speciale del 41 bis e, esasperato dalle condizioni del carcere duro, decide di diventare collaboratore di giustizia. Il Giudice incaricato delle indagini è Claudia Sofia Del Regno, una giovane donna, motivata e figlia di Magistrato. Dunque, due personaggi diversi in ogni cosa: origini, condizione sociale, scelte di vita… una dualità che però finisce per svelare importanti punti di contatto e che trasforma il palcoscenico in un vero e proprio ring nel quale i due si sfidano raccontando la propria vita. Ma mentre Raffaele Contaldo è un libro aperto, che racconta tutti i dettagli delle sue malefatte, Claudia sembra nascondere un terribile segreto che apre la porta a tutta una serie di tematiche da affrontare e sviscerare, ma che soprattutto indurrà il pubblico a chiedersi: quanto è labile il confine tra bene e male?

NOTE DI REGIA

Qual è il confine fra bene e male? La vita ci porta lungo strade impervie: nessuno sa dove conducano alcune, mentre altre hanno una destinazione precisa. È il caso della malavita: una strada la cui destinazione è certa e, più di tutto, è certa l’impossibilità di cambiarla una volta imboccata. In scena un uomo e una donna, la vita e la morte, la legge e la criminalità, l’attrazione e il disprezzo, il bene e il male, divisi da un tavolo che si trasforma in un ring. I momenti di scontro sono i più pericolosi e anche i più dolorosi. Intorno a quel tavolo ci sono, idealmente, molti altri, fra vittime e carnefici, e ognuno invoca la propria giustizia. I confini non sono netti e si confondono sempre di più, in un crescendo di emozioni che dilaniano l’anima: racconti rivissuti, confessioni, confronti ed evoluzioni travolgono lo spettatore togliendogli il fiato, fino alle lacrime. Non manca la possibilità di un sorriso, come in ogni autentica tragedia, né una speranza come in ogni vero dramma.

Il frutto, un viaggio tra psiche e sessualità

Aggiungiamo un altro tassello alla rassegna “I Diversi Volti del Teatro”. Il 12 febbraio 2023 alle 19:00 al Teatro La Ribalta di Salerno ci sarà la compagnia Imprevisti e Probabilità per presentare “Il Frutto” di Soledad Agresti per la regia di Raffaele Furno.

Per info e prenotazioni: 089 99 58 245 – 329 21 67 636

Sinossi

Ida e Ada sono due donne sole. Una è la donna chiara, l’altra è la donna scura. Ida e Ada potrebbero essere due aspetti della stessa donna. Ida e Ada sono state entrambe abbandonate da uomini approfittatori, che da loro volevano solo sesso.
Tra Ida e Ada c’è un segno di confine, che delimita i loro spazi vitali. Un confine marcato sul palcoscenico da una striscia scura, netta, che taglia il palco a metà. Ma questo confine non è un muro, piuttosto una membrana permeabile che mette Ida e Ada in comunicazione, pur tenendole separate. Le due donne superano questo limite nei loro momenti onirici, quando, chiuse nella loro solitudine, immaginano, ricordano, sognano, pregano o imprecano.
Tra Ida e Ada c’è un albero di mele. A chi appartiene? Chi lo ha piantato? Chi ha diritto a godere del frutto che ne nasce? Questo frutto della terra scatena la violenza drammaturgica dello spettacolo. Le mele sono semplici, non c’è bisogno di spiegarle, succose e salutari, ma sono anche simbolo di peccato originario e di desiderio femminile represso. A causa delle mele Ida e Ada dovranno necessariamente affrontare i propri demoni: il loro rapporto morboso e fallimentare con gli uomini della loro vita, amanti di una notte, un marito che è scappato, un figlio che probabilmente è stato punito per espiare tutte le colpe del genere maschile.

Note di regia

“Il Frutto” è idealmente la conclusione di una trilogia drammaturgica che continua la ricerca sul femminile inaugurato dall’autrice Soledad Agresti con i precedenti testi “La Gamba di Sarah Bernhardt” e “Il Bambino che verrà”. Mentre il primo analizzava il mondo delle donne del sud Italia con toni comici dirompenti, ed il secondo mescolava commedia e surrealismo nell’analisi di una maternità “sui generis”, “Il Frutto” sprofonda nell’oscurità del dramma per mettere in conversazione la sessualità femminile con se stessa. Lo spettacolo è un intreccio tra la scrittura scenica dell’autrice e le metafore visive ideate dal regista. La gestualità delle due attrici è netta, secca, precisa. L’intera idea di messa in scena si incentra sul binomio “accogliere” e “rifiutare”, perché le donne sono generalmente percepite come accoglienti, nutrici, ma le due protagoniste hanno subito, e forse agito più volte, azioni di rifiuto terribili ed estremi. “Accogliere” e “rifiutare” si trasformano per l’appunto nel modo in cui le due attrici manipolano i pochi elementi scenici attorno a loro (due sedie, un telo) ma soprattutto nel modo in cui si toccano, si cercano, si accarezzano, si affrontano aggrappandosi l’una all’altra come se ognuna rappresentasse la speranza ma anche la nemesi reciproca.
Su tutto campeggia un albero che si trasforma e si illumina per sottolineare lo stato emotivo delle due donne. C’è una connessione emotiva ed energetica tra le attrici dello spettacolo e l’albero, che diventa quasi terzo protagonista della messa in scena.
Il teatro della Agresti, e la regia di Furno, sono fortemente carnali, passionali e appassionati. Le linee di ricerca intrecciano il vissuto personale dell’autrice con i temi del genere sessuale, che hanno una valenza universale e sociale. Le donne del suo teatro sono consapevoli dei limiti posti dal mondo fortemente maschilista che le circonda, e attraverso questa consapevolezza sviluppano un fervore critico che è assieme pensiero ed azione. Ada e Ida incarnano un femminile terribile, evocativo delle eroine tragiche dell’antica Grecia, ma strenuamente moderno ed immerso nel mondo che tutti noi abitiamo.

Revolution, riattualizzare Shakespeare con i giovani

Per “I Diversi Volti del Teatro” arriva il momento di guardare ai grandi classici del Teatro e della letteratura. Spazio a William Shakespeare con la Toy company che con la regia di Gianni D’Amato prova ad aggiornare la visione dell’autore con uno spettacolo con e per i giovani.

Sullo sfondo c’è la guerra (una guerra come tante, ma che in giorni come questi, sentiamo terribilmente vicina) e le ansie e le paure di un gruppo di adolescenti. Certo, adolescenti speciali, perché parlano con parole conosciute, con le parole del più grande drammaturgo di tutti i tempi, ma dietro la fama di quelle parole si nascondono i pensieri dei nostri protagonisti, intrappolati in un luogo senza tempo. Nasce tutto da un esperimento laboratoriale, nel quale abbiamo messo in piedi strani e rischiosi accostamenti: tra le parole del Bardo e le parole che suonano nelle playlist dei millennials. Da questo cocktail è nato “Revolution”. Una storia che ha tanto da raccontare, soprattutto in giorni come questi.

Un marziano a Roma, teatro e incomunicabilità

Ad arricchire la rassegna de “I Diversi Volti del Teatro” ritorna la compagnia La Ribalta che con la regia di Valentina Mustaro porta in scena “Un Marziano a Roma”, liberamente ispirato dal celebre racconto di Ennio Flaiano. L’appuntamento è per sabato, 10 dicembre, alle 21 e domenica, 11 dicembre, alle 19.

Per info e prenotazioni: 329 216 7636

Trama

“Un Marziano a Roma” è tratto dal celebre racconto di Ennio Flaiano pubblicato sulla rivista “il Mondo” nel 1954. La notizia della discesa di un’astronave marziana nel Galoppatoio di Villa Borghese scuote in tutte le sue componenti la città di Roma. I ministeri sono chiusi, le classi sociali perdono la loro identità. L’eccitazione della folla pervade anche artisti e intellettuali: c’è chi vede in Kunt, il marziano atterrato, l’angelo revisore e l’inizio di un nuovo mondo, ma c’è anche chi liquida il tutto come qualunquismo apocalittico. Lo spettacolo presenta proprio la “folla”, protagonista indiscussa degli eventi e assoggettata a tutto quello che si diffonde attraverso i mezzi di comunicazione di massa. La notizia dell’arrivo del fantomatico marziano vola veloce di bocca in bocca senza che si riesca davvero a capire dove la notizia ceda il passo all’autoconvincimento.

Note di Regia

Un Marziano a Roma è uno spettacolo sulla comunicazione e sulla incomunicabilità, un tema più attuale che mai. Lo spettacolo non si inserisce in una epoca storica precisa come si può vedere dai costumi, dagli oggetti di scena e dai personaggi stessi… racconta di un tempo indefinito in cui il “ vecchio” e il “nuovo” convivono , in cui si può trovare la macchina da scrivere e il tablet, e dove l’umanità possiede qualunque mezzo utile per consentire e agevolare la comunicazione. Tuttavia in questa epoca tutto è facilmente travisabile, qualunque cosa può essere fraintesa e trasformata in una notizia, distorta e utilizzata per nascondere o per mettere in luce ciò che non si ha il coraggio di comunicare, i personaggi della storia sono figure iconiche e rappresentative di un mondo che ha perso la sua sincerità, un mondo che rappresenta e non è. Una serie di indizi lasciati qua e là nello spettacolo lasciano intendere al pubblico che il marziano non esiste e che probabilmente tutto è stato effetto di una autoconvincimento… ma poco importa; ciò che conterà quando il sipario sarà chiuso è quello che non verrà detto allo spettatore.

Illustri Affolla-Menti, alla ricerca del proprio io

Domenica, 27 novembre, alle 19 la scuola Crescere insieme oltre il teatro di Mercato San Severino (gruppo adulti), presenta Illustri Affolla-Menti. Monologhi teatrali semiseri ispirati a Vita di uomini illustri di A. Campanile per la regia di Clotilde Grisolia.

Per info e prenotazioni: 329 216 76 36

Sinossi

Persone o personaggi, sani o folli, maschere o volti, corpi o fantasmi, tante storie si intrecciano alla vita reale e surreale guidati da Campanile stesso. Il pubblico sarà coinvolto in un viaggio alla ricerca del proprio mondo interiore. Come per magia appaiono uomini e donne illustri che vivono in un mondo al contrario pieno di punti interrogativi e di qualche esclamativo.

Cosa c’è nella mente affollata di ognuno di noi?

Lo spettacolo è un viaggio divertente nella vita privata di uomini e donne che hanno fatto la storia, aneddoti privati si intrecciano alla vita pubblica creando illustri Affolla-menti.

Lasciami entrare, una commedia sentimentale con Archivio Futuro

Archivio Futuro ritorna al Teatro La Ribalta e porta in scena “Lasciami entrare” una commedia sentimentale, che analizza tra le altre cose il rapporto tra padre e figlia. L’appuntamento è previsto per domenica, 13 novembre, alle 18:30 per la rassegna “I Diversi Volti del Teatro”. In scena Martina Brescia, Lucia Maglitto e Peppe Carosella (anche regista della commedia). “La storia, coinvolgente ed emozionante, ha la capacità di farci sorridere all’interno di una tematica che è anche lo spunto per una riflessione sulla nostra vita”.

Per info e prenotazioni: 329 216 76 36.

Sinossi

Il testo è liberamente tratto da “I ought to be in pictures” di Neil Simon. Herbert Tucker è un indolente ed apatico uomo di mezza età che vive un momento di crisi creativa nella sua professione di sceneggiatore. La depressione che lo attraversa, lascia spazio soltanto a giornate trascorse a scommesse su improbabili cavalli e partite di baseball. Anche la saltuaria relazione con Steffy è segnata da una forte discontinuità.

L’arrivo di Libby

Tutto sembra sospeso nella sua vita, quando bussa alla porta “l’uragano” Libby, figlia diciannovenne frutto del primo matrimonio Newyorkese, interrotto sedici anni prima. Un passato abbandonato e poi quasi dimenticato riaffiora prepotentemente. Il primo impatto è devastante e i coloriti scontri verbali non tardano ad arrivare. La contagiosa vitalità di Libby però, cela insicurezze e paure che la ragazza si trascina da sempre, e ben presto si capirà come il viaggio intrapreso non sia, come sembra, la richiesta di aiuto per entrare nel mondo del cinema, bensì il desiderio di ritrovare un padre. Con l’aiuto di Steffy, i due supereranno gli ostacoli iniziali e riusciranno a ritrovarsi e conoscersi, fino ad uscire dalle proprie solitudini consolidate.